Fondazione Istituto Liszt
Via A. Righi n. 30, Bologna, ore 17
Oleksandr Semchuk, violino
Leonardo Zunica, pianoforte
PROGRAMMA
F. Liszt (1811-1886), Die Zelle in Nonnenwerth
F. Schubert (1797-1828), Fantasia D934
K. Szymanowsky (1882-1937), dai Tre Capricci di Paganini: Capriccio n. 1
F. Liszt, La lugubre gondola
C. Saint-Saëns (1835-1921), Andante e Rondò Capriccioso
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Il programma di questa sera si distende su un largo periodo di tempo, quello che si usa identificare come “Ottocento lungo”, in quanto comprende anche i primi anni del Novecento. Durante questo periodo sono tanti e tanto profondi i mutamenti nel linguaggio e nell’estetica musicale che pare a prima vista difficile indicare dei punti di collegamento fra i vari brani proposti.
Liszt si trova circa a metà del percorso con due pezzi che, pur essendo nati dalla sua penna, non sono “originali”, in quanto in un primo tempo erano stati scritti per pianoforte solo. Sono dunque il risultato di un percorso simile – benché inverso – a quello che ha portato da Paganini a Szymanowsky. La trascrizione per un diverso strumento o un diverso organico può produrre risultati così profondamente diversi che la critica ha da tempo riconosciuto alla trascrizione una notevole quota di creatività nella resa finale del pezzo. Per Liszt il discorso è ancora più significativo se si pensa che “l’originale” di La lugubre gondola, da cui è tratta la sua trascrizione per violino e pianoforte, venne riscritto, ossia trascritto, sempre per pianoforte per ben cinque volte!
Il tema della trascrizione sarebbe di per sé sufficiente per dare una certa compattezza al programma, ma non è l’unico: ad esso si aggiunge il tema del Capriccio/Fantasia, presente nei brani di Schubert, Szymanowsky e Saint-Saëns. Il Capriccio, come la Fantasia, non hanno una forma precisa, anche se non sono forme “libere” in senso novecentesco; esse lasciano largo spazio ad una scrittura vicina all’improvvisazione e molto disposta all’esibizione virtuosistica dell’interprete. Il virtuosismo, dunque è l’altro tema dominante della serata, anzi forse è quello più evidente… specialmente se gli interpreti si sentiranno spronati a gara dall’interesse e dalla curiosità del pubblico. (R. D.)
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Il duo formato dal violinista ucraino Oleksandr Semchuk e dal pianista italiano Leonardo Zunica si è formato nel 2002. Il duo si è esibito da allora in importanti festivals e rassegne tra cui gli Amici della Musica di Verona, Lugano Classica, Stagione concertistica dell’Accademia Incontri col Maestro di Imola, Società della musica – Eterotopie piano festival, Kiev Summer Festival, Società dei Concerti di Milano, Gubbio Festival, Verona Contemporanea (Fondazione Arena), Ateneo musical Mirandes (Spagna), Mantova Chamber Fest e in sale come il Teatro Bibiena a Mantova, il Teatro dal Verme a Milano. Vanta collaborazioni cameristiche con il Quartetto di Fiesole, Gabriele Mirabassi, David Cohen, Anton Dressler, Orfeo Mandozzi, il musicologo Sandro Cappelletto.
Il repertorio del duo Semchuck – Zunica spazia da Mozart a compositori contemporanei, con opere a loro dedicate (tra cui G. Taglietti, e H. Stankovic), e comprende l’integrale delle opere per violino e pianoforte di Schubert, Grieg, Brahms, Chausson, Szymanowsky e Messiaen.
Oleksandr Semchuk è attualmente responsabile del dipartimento archi dell’Accademia Incontri col Maestro di Imola e direttore artistico del festival di San Marino.
Leonardo Zunica è docente presso il Liceo Musicale di Mantova e direttore artistico del festival pianistico Eterotopie dedicato alla musica del XX e XXI secolo.